mercoledì 9 marzo 2011

Tradizione celtica e alieni



Ancora una tavola tratta da "Predatori di Anime" di Rosario Raho.

La stora, in edicola il 23 aprile 2011, parlerà anche delle relazioni tra folklore dell'antica Inghilterra e rapimenti alieni, perché quello che molti presunti addotti raccontano oggi non differisce dale leggende della tradizione celtica.

Nel 1815 il celebre romanziere scozzese Walter Scott fece pubblicare a sue spese un breve e misterioso trattato del XVII secolo dal titolo “The Secret Commonwealth of Elves, Fauns & Fairies”, ovvero Il regno segreto degli Elfi, dei Fauni e delle Fate.

Il libro, scritto nel 1691 e rimasto inedito fino al XIX secolo, trattava una materia molto cara a Walter Scott e ad altri studiosi dell’età romantica, quella cioè della riscoperta delle leggende legate al folklore e alle tradizioni popolari. Tuttavia a rendere celebre l’opera non fu la sua importanza storico-letteraria, né l’aver avuto un così celebre editore, bensì la strana vicenda biografica che aleggiava, e aleggia tuttora, intorno a colui che lo scrisse.

L’autore, il reverendo Robert Kirk di Aberfoyle, piccolo villaggio situato al centro della Scozia, era infatti convinto che le creature descritte nel suo trattato, elfi, fauni e soprattutto fate, non fossero affatto, come riteneva l’opinione comune, esseri immaginari e fantastici, bensì creature realmente esistenti, che convivono in forme organizzate insieme agli esseri umani sulla terra e che di tanto in tanto entrano in contatto con alcuni di loro trasportandoli nella terra delle fate, fairyland, appunto. Kirk era così convinto della sua teoria che passò molti anni della sua vita raccogliendo le testimonianze di coloro che affermavano di essere entrati in contatto con questi strani esseri.

Il risultato delle sue indagini fu appunto il Regno Segreto, opera che non solo Kirk non riuscì mai a pubblicare ma che forse, secondo alcuni, dovette procurargli non pochi problemi con le gerarchie ecclesiastiche se è vero che non appena essa fu completata e pronta per la pubblicazione, il reverendo scomparve misteriosamente senza lasciare alcuna traccia. Ma cosa conteneva quel trattato di così sconvolgente rispetto ad altri testi coevi che narravano dello stesso argomento?

Innanzitutto, come ho già detto, il fatto che l’autore stesso trattasse la materia con un atteggiamento quasi scientifico e molto poco narrativo dando molta importanza alle informazioni ottenute di prima mano e catalogando il tutto con maniacale precisione. Ma a rendere particolare questa opera sono soprattutto le storie raccolte da Kirk e le conclusioni a cui lui giunse dopo aver censito tutti i dati. Questi esseri, spiega per esempio Kirk, possiedono una natura intermedia tra l’uomo e gli angeli, hanno un aspetto etereo e hanno la capacità di apparire e svanire a loro piacimento. Intellettualmente sono estremamente intelligenti e curiosi e vivono organizzati nel sottosuolo all’interno delle cavità terrestri, cavità da cui possono entrare e uscire grazie alla natura aerea dei loro corpi.

La loro civiltà, continua il testo, era estremamente evoluta e fiorente già da molto prima che l’uomo abitasse la terra e le sue tracce sono ancora presenti sulle high mountains della Scozia. Ciò che però sembra colpire di più l’interesse del reverendo sono gli strani racconti di coloro che affermarono di essere stati ‘trasportati’ via dalle fate. Alcuni dei suoi intervistati, infatti, riferivano, di essere stati trasportati istantaneamente , durante l’incontro con le fate, in luoghi pieni di luce dove le lampade emanavano una luce perenne e senza fuoco e dove occasionalmente alcuni rapiti avevano osservato questi esseri mentre infliggevano atroci tormenti ad altri esseri umani.

Per lo più i rapiti, secondo Kirk, erano donne, alcune addirittura incinte, ma anche i bambini spesso erano vittime di queste misteriose sparizioni. Tra l’altro questi esseri pare che utilizzassero una specie di ‘bacchetta magica’ che rivolta contro un uomo poteva immobilizzarlo senza creare, specifica il testo, danni fisici permanenti. Su questo punto però il reverendo vuole essere più chiaro. Questi esseri, dice, non sembrano essere consapevoli del male che possono infliggere e tra l’altro non comunicano tra di loro se non emettendo uno strano sibilo che però si tramuta istantaneamente nella lingua locale nel momento in cui si trovano di fronte ad un essere umano.

(fonte UFOMACHINE)

2 commenti:

  1. Salve Giuseppe!

    è la prima volta che lascio un commento su questo blog, quindi mi pare doveroso presentarmi, per quanto sia breve la presentazione: mi chiamo Pierangelo è sono un amante dei fumetti (ovvio, altrimenti non sarei qui :) )
    Devo dire che la sua serie mi incuriosisce molto: per quanto sia scettico, nella realtà, nei confronti di certe teorie, trovo che siano strumenti narrativi molto forti, anche grazie al loro enorme potere evocativo; per questo confido che questa sarà una bella serie. Insomma ho grandi aspettative e sono convinto che non verranno deluse: un grande "in bocca al lupo!"

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  2. Prima di tutto, "crepi il lupo"!

    Essere scettici è un uno stato irrinuncibile.
    Avere dei dubbi, su tutto, aiuta a crescere e aiuta a non essere raggirati o vampirizzati emotivamente.

    Assunto questo, non ci resta che farci delle domande anche su certi fenomeni e sulla nostra esistenza.

    Spero che "The Secret" possa innamorati ;)

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