mercoledì 19 ottobre 2011

Microchip in musica



Nuovo bellissimo pezzo dei Mrl Madameconspiracy. Il tema affrontato (e documentato) è quello dei microchip alieni o militari. La voce che sentite non è quella di Anna del telefilm "Visitors", ma è proprio di Madame conspiracy!

Microchip alieni: tra mito e realtà 

di Corrado Malanga 


Nello studio dei fenomeni di interferenza aliena, uno dei capitoli più affascinanti correlato alle prove oggettive dell’esistenza di questo problema, è legato alla postulata presenza di micro impianti di natura aliena e militare, nel corpo degli addotti.
La letteratura su Internet è piena di discorsi ma vuota di contenuti.
La prima domanda che dobbiamo porci è la seguente: esistono le prove dell’esistenza di microimpianti nel corpo di soggetti che non sanno di averli?
La risposta si può trovare storicamente in alcuni reperti studiati da Derrel Sims e Roger Leir negli USA. Il primo, ex dipendente CIA ed ora cercatore di alieni, come lui stesso si definisce mentre il secondo, medico chirurgo dapprima collaboratore di Sims poi, dopo la loro separazione ideologica, ricercatore indipendente.
Derrel Sims va in giro per il mondo con una valigetta piena di impianti, secondo lui di natura aliena, che mostra con una certa americana disinvoltura ai giornalisti di turno, che peraltro rimangono molto perplessi, almeno in Europa, da una prova così soft, come potrebbe essere l’immagine di “qualcosa” che non ha a che fare con il “qualcosa”.
A Roger Leir, chirurgo podologo americano, dobbiamo invece alcune estrazioni di impianti ritenuti di origine aliena. Uno dei primi casi trattati da Leir, e forse quello storicamente più conosciuto, fu quello di un presunto impianto trovato nel piede di una signora addotta americana che Derrel Sims aveva trattato con l’ipnosi regressiva e che diceva di avere qualcosa nel piede.
In effetti la radiografia mostra un oggetto nell’alluce del piede sinistro della donna che viene analizzato dopo estrazione. Allora Sims e Leir lavoravano assieme ed i risultati raggiunti e pubblicati su alcune pubblicazioni di Sims e Leir furono ripresi da Internet e messi a disposizione della comunità scientifica.
Ma cosa si evinceva da questi dati? ...
Le prime analisi
L’impianto era coperto da una piccola membrana chitinosa che, secondo Leir probabilmente ne impediva il rigetto. Le analisi delle percentuali isotopiche trovate nel reperto, fornirono dati interessanti poiché tali percentuali isotopiche non risultavano, per gli elementi che componevano il reperto, eguali a quelle che ci si sarebbe dovuti attendere per materiali terrestri.
Nei libri di Sims, non pubblicati in Italia, sono contenute le analisi ed i dettagli delle apparecchiature utilizzate. La spettrometria di massa atomica a struttura fine viene utilizzata normalmente per le analisi dei meteoriti perché permette di “pesare” i frammenti di una molecola o di atomi e identificarne la percentuale isotopica cioè il numero di neutroni presenti nel nucleo delle sostanze poste sotto analisi. Bisogna sapere che il numero dei neutroni per i metalli della tabella periodica di Mendeleev dipende dalla posizione e dalla provenienza dei metalli dalle diverse zone dell’Universo.
In altre parole sulla Terra abbiamo certi valori ma su Marte ne avremo differenti.
Le percentuali isotopiche di quel reperto mostravano chiaramente che il numero di neutroni nei nuclei dei diversi elementi, trovati nel microchip del piede del nostro addotto, erano differenti da quelli che ci potevamo attendere per un reperto terrestre.
Le analisi controfirmate da un paio di istituiti universitari americani erano inconfutabili.
Così il CSICOP (http://www.csicop.org/) The Committee for Skeptical Inquiry, suggerì, illo tempore, che l’addotto a cui fu estratto questo oggetto in realtà aveva pestato una micro meteorite scendendo dal letto alla mattina. Tale micro oggetto gli si era incistato nell’alluce del piede ed aveva così dato origine ad una analisi isotopica differente da quella attendibile per qualsiasi oggetto terrestre.
Sims si avvaleva di alcuni laboratori di ricerca come lui stesso testimonia ed io stesso feci per lui una lettera di raccomandazioni presso una università americana alla quale voleva appoggiarsi.
Ecco cosa dice Sims
E’ necessario un laboratorio che possa fare le analisi quantitative e qualitative di base, esami relativi alla durezza, analisi chimiche, che sappiano andare a cercare i composti aggiunti che “non dovrebbero” essere presenti. Se è necessario, vanno eseguiti test per valutare le percentuali isotopiche presenti sui materiali, che sono una sorta di firma sulla possibile provenienza del materiale, se terrestre o no. E poi sono necessarie delle procedure speciali per non distruggere gli oggetti mentre li si studia! Per quel che mi riguarda, utilizzo una catena di laboratori, laboratori privati, quelli dell’Università di York, alcuni lavori vengono eseguiti attraverso l’Università di Stanford, ho tre scienziati privati che si occupano di alta tecnologia (che non desiderano far apparire il loro nome) e tre scienziati della Nasa.
Ne frattempo si scopriva, in Italia ed all’estero, che microimpianti posti negli arti inferiori dei nostri addotti erano sempre più rintracciabili, come mostrano le lastre ai raggi x che riportiamo di seguito:
Nel frattempo le analisi isotopiche prendono piede: è proprio il caso di dirlo, mentre Leir estrae un altro impianto: il paziente aveva la reminiscenza di un rapimento nel febbraio 2008.
L’oggetto, situato nel secondo dito del piede sinistro emetteva una frequenza radio di 14.74850 MHz, irraggiava anche RF nella banda ELF delle micro onde. Roger Leir e la sua squadra l’hanno estratto sotto anestesia locale il 6 settembre 2008. L’oggetto si è scomposto in più frammenti.
Nel frattempo ecco comparire un’altra analisi di un altro impianto sempre nel piede di un soggetto americano chiamato convenzionalmente Smith per preservarne l’anonimato: Analysis of Object Taken from Patient John Smith Report Author: Steve Colbern 25 January, 2009. Le analisi effettuate su questo microimpianto mostrarono, ancora una volta, percentuale isotopica differente da quella terrestre.
Riportiamo di seguito le tabelle con le analisi elementali ed a seguito le tabelle con le percentuali isotopiche differenti da quelle terrestri. Ricordiamo che sia Leir che Sims si sono appoggiati a cinque istituti universitari per ottenere i dati.
Il 12 settembre del 2006: ecco le immagini di uno dei dodici impianti estratti da Leir ed alcune fasi dell’intervento ripreso dalla telecamera di Michael J. Portanova.
Fonte: http://it.bing.com/
La letteratura su questo strano fenomeno degli impianti alieni non è estremamente estesa ma sicuramente molto suggestiva anche se, sovente risulta difficile arrivare alla fonte delle informazioni per essere sicuri che tutte siano reali e credibili.
A questo punto gli Americani che cominciavano a pestare meteoriti diventavano troppi.
Anche in Italia avevamo casi di microchip impiantati, nei piedi dei nostri addotti, che si potevano facilmente evincere dalle radiografie.
Alcuni di questi impianti appaiono avere caratteristiche del tutto terrestri, anche perché ci sono ditte che fabbricano impianti per esseri umani probabilmente per inserirli, quando le leggi saranno approvate obbligatoriamente su tutti gli esseri umani, in modo da monitorare l’umanità ed evitare che, berlusconianamente parlando, qualcuno si permetta di esprimere pareri contro il Presidente di un Consiglio del futuro, che potrà più agevolmente farsi gli affari suoi al posto di quelli di chi lo ha eletto.
Nel frattempo alcuni scienziati americani si accorgono di questo problema e ritengono di denunciare che qualcosa non va. Uno di questi è il giovane fisico Robert Koontz che si definisce come segue .
I am a Ph.D. experimental nuclear physicist, and I was once with the US Navy’s Naval Security Group. While assigned with the National Security Agency, I taught electronics related to remote intelligence gathering. My clearance is a lifetime National Security Agency Top Secret with Cryptographic Endorsement and Code-Word Access. In the web page linked to below, I have posted news articles and background information that substantiate my credentials.
http://www.doctorkoontz.com/bio/Deep_Background/index.htm
Koontz sostiene in una lettera aperta del 26 maggio del 2009 alla comunità scientifica che :
 In particular, I note the reported non-terrestrial isotope ratios of the putative implant, the reported emissions of electromagnetic energy and the apparent microstructure of the possible device. This is physical evidence that has been and can be analyzed.
 I also note that the interviewed scientist seems quite clear-headed and sensible. Furthermore, the scientist has demonstrable knowledge about carbon nano-tubes and appears to indeed be the scientist he claims to be.
 I see no reason whatsoever to discount what these men are saying. Indeed, quite the opposite is true: My opinion is that this matter should be taken very seriously and, eventually, should be openly addressed by both federal authorities and by the public.
 However, I realize that federal authorities are unlikely to openly address this matter, and my opinion is that mainstream news media will not write even a single, unbiased, article on the subject.
 Nevertheless, if it is true that extraterrestrial persons are placing implants in the bodies of US citizens and US scientists, then the matter is of a national security nature that could be more serious than the threat from al-Qaeda and North Korea.
 It is possible that my comments will be met with mockery and derision in some quarters. But that does not dissuade me in the least. Let the chips fall where they may. Truth is an ally; possible life on what could turn into a slave planet is not.
Impianti nel corpo di presunti addotti vengono trovati anche negli occhi, dietro i bulbi oculari.
Si tratta di piccole sferette sembra di materiale porcellanico: di questi, pare ce ne sia un esempio solamente estratto da un paziente di Derrel Sims.
Sims mostra questa specie di guscio vuoto che ha fatto analizzare dai suoi esperti ma di cui si conosce ben poco a tutt’oggi.

Microchip terrestri

Va sottolineato come su questo pianeta esista già la tecnologia per effettuare microimpianti per cure mediche, per sviluppi militari o per il controllo della popolazione.
Si va da microchip oculari per far riacquisire la vista a non vedenti, a microimpianti del cervello per registrare su disco i pensieri del soggetto analizzato (microECoG grid, Utah University).
Link: http://educate-yourself.org/mc/implantsmcandcybernetics06dec00.shtml
E se ne vedono di tutti i colori (http://www.aisjca-mft.org/chips-viol.htm) anche con associazioni che cercando di dare battaglia ad un imprendibile ed non identificabile essere umano che, per scopi segreti e militari di controllo mentale, metterebbe chip nel cranio delle presone per chissà quali target. Purtroppo però dove c’è fumo c’è anche parecchio arrosto.


Alcuni dati sul territorio italiano
Nelle analisi che abbiamo condotto in questi ultimi 25 anni, sul problema delle adduzioni aliene, ci siamo imbattuti in diverse tipologie di impianti alieni. Il soggetto sovente non sa, a livello cosciente, di avere questi impianti ma, dentro di se, ha la conoscenza che qualcosa gli sia stato impiantato. In realtà durante le ipnosi regressive effettuate per verificare le memorie delle eventuali passate adduzioni aliene, il soggetto tende a raccontare di operazioni chirurgiche, eguali per tutti i testimoni, nelle quali qualcosa viene loro inserito dietro o dentro l’orecchio, dietro la spina dorsale, nel cervello, passando dalla narice destra, nei destri e sinistra nei mancini, eccetera. Vengono alla luce racconti anche di operazioni al ginocchio ed al piede. Non abbiamo mai mirato la nostra ricerca alla identificazione dei microimpianti ma questi sono venuti fuori da soli e per caso. Il fatto che siano venuti fuori da soli significa che ce ne sono talmente tanti, nel corpo di un soggetto addotto, che anche se non li volessimo vedere, si manifesterebbero comunque. In realtà i soggetti che vengono da noi ogni tanto ci portano delle analisi mediche fatte in altri periodi della loro vita e, da li, parte la nostra analisi perché, su quelle lastre, a volte, ci sono cose che non dovrebbero esserci e di cui i medici non sanno dare spiegazione. Ma andiamo con ordine. Avevamo scoperto che i soggetti addotti perdevano sangue dal naso ma come tendenza lo perdevano dalla narice destra se destri e da quella sinistra se prevalentemente mancini. Usiamo il termine prevalentemente mancino perché tutti gli addotti del mondo sono ambidestri. Questa nostra scoperta è dovuta in parte al caso ed in parte alle migliaia di persone che abbiamo esaminiamo e su numeri così grandi era facile che prima o poi ci si accorgesse di questa stranezza.
Questa apparente stranezza aveva secondo noi anche una spiegazione tecnica che affronteremo però in altra sede, quando avremo più riscontri su tale apparentemente bizzarro aspetto delle adduzioni. In questa sede ci limiteremo ad aggiungere che i microchip che si trovano nel cranio dei nostri addotti sono posizionati nella parte destra del soggetto se esso è prevalentemente destro altrimenti sono posti nella parte sinistra. Va altresì sottolineato come alcuni soggetti ambidestri sembra abbiano alcune funzioni cerebrali spostate: sembrerebbe cioè che una parte delle funzioni che di solito esegue il lobo destro siano di dominio di quello sinistro. Sebbene questa osservazione dovrebbe essere approfondita con opportune apparecchiature (TAC RMNf), abbiamo osservato tale tendenza in molti dei nostri addotti e questo ci confondeva a volte le idee sul dove trovare gli eventuali microchip craniali. Riprenderemo in un prossimo lavoro comunque questo aspetto della questione e ci limiteremo, in questa sede, ad analizzare alcuni dati importanti trovati nel corso di queste ricerche. In Internet erano note poche analisi su soggetti impiantati che possedevano corpi estranei nel loro cranio di cui ovviamente non erano a conoscenza:

Ed in effetti questi punti particolarmente evidenziati dai corpi estranei nel cranio di queste persone, ci davano due indicazioni. La prima è che i portatori di questi impianti avrebbero dovuto già essere morti da un pezzo mentre per la seconda osservazione i punti che vengono evidenziati in queste lastre sono proprio quelli che in ipnosi regressiva i soggetti addotti indicavano come sede di impianti alieni.
Tutte queste osservazioni possono lasciare il tempo che trovano di fronte ad un atteggiamento scettico (http://www.filosofico.net/scettici.html). Ricordiamo infatti che lo scetticismo non è un atteggiamento scientifico ma semplicemente protettivo delle proprie credenze. Nella vita pratica lo scettico deve, secondo Sesto, seguire i fenomeni. Perciò quattro sono le sue guide fondamentali: le indicazioni che la natura gli dà attraverso i sensi, i bisogni del corpo, la tradizione delle leggi e dei costumi e le regole delle arti. Con queste regole gli ultimi Scettici cercarono di differenziarsi dal criterio, suggerito dalla media Accademia, dell’azione motivata o ragionevole. Secondo Sesto la differenza fondamentale tra lo scetticismo pirroniano e quello degli Accademici è questo: che mentre gli Accademici ammettono di sapere solo che non è possibile saper nulla, i pirroniani evitano anche questa asserzione e si limitano alla ricerca (Pirr. hyp., I,3). Sesto Empirico ha voluto, in altri termini, realizzare l’ideale di una ricerca che sia soltanto ricerca, senza punto di partenza né punto di arrivo (http://www.parodos.it/filosofia/scetticismo.htm) e dunque: totalmente inutile.

Ma mentre gli scettici continuavano ad esserlo, noi cercavamo le risposte che loro non volevano avere ma che chiedevano a noi.
Cominciammo a collezionare reperti medici effettuati con TAC o con RMN sul cranio dei nostri addotti che in zona limitrofa alla pineale presentavano oggetti strani o malformazioni particolari.
Di fronte alla presenza di strane anomalie i medici cercavano di arrampicarsi sugli specchi per tentare di trovare spiegazioni di qualche tipo, sulla base ovviamente delle proprie conoscenze, che non prevedevano la presenza di impianti alieni o quantomeno la loro reale esistenza. Così i medici si limitavano a prendere atto che qualcosa non andava e tutto finiva li. Al massimo si consigliava un’altra analisi, scaricando così la patata bollente a qualche collega.

Non si può né si deve colpevolizzare una classe medica che non ha i prerequisiti per prendere in considerazione che “quelle cose” vicino alla pineale “che sovente vengono messe maldestramente in evidenza” sono impianti alieni. Né noi possiamo andare dal medico e dirgli di fare un controllo su un nostro addotto perché ha nel cranio un impianto alieno, in quanto finiremmo con le mani legate dietro alla schiena in un camicione bianco, sotto sedativo per il resto della nostra esistenza.
Fonte:

Nessun commento:

Posta un commento